Bergamo-San Vigilio: centauri bagnati, centauri fortunati! La pioggia non ferma la grande festa delle due ruote
60 i gioielli a due ruote di tutte le epoche che hanno rievocato la storica gara tenutasi la prima volta nel 1923. La pioggia e le condizioni meteo proibitive non hanno fermato i centauri: ottimo il numero dei partecipanti. Si è tenuta oggi 13 aprile tra il celebre colle di San Vigilio, Zogno e Selvino. Il ricordo di Dino e Roberto Sestini.
Non sappiamo se 102 anni fa all’evento originario – pioneristico e avventuroso, che si svolgeva sul percorso di 4 km, ovviamente sterrato, che collegava Bergamo al suo colle più alto, San Vigilio e il suo castello – piovesse, quel che è certo è che l’ha fatto in quest’edizione 2025 della Rievocazione Storica della Bergamo-San Vigilio – Memorial Dino Sestini, che come da tradizione inaugura l’annata di manifestazioni motociclistiche organizzate dal Club Orobico Auto Moto d’Epoca di Pedrengo.
Ma questo non ha certo fermato i centauri che non mancherebbero alla manifestazione per nulla al mondo: sono state comunque una sessantina le moto presenti.
102 anni di storia, quelli della Bergamo-San Vigilio, riscoperti grazie all’impegno del sodalizio federato Automotoclub Storico italiano che, con l’occasione, vuole onorare la memoria del suo primo vincitore e personaggio che, per Bergamo, sarebbe diventato mecenate: Dino Sestini, fondatore della SIAD, in sella alla sua moto, una Indian da lui preparata, si aggiudicò la gara nelle prime due edizioni del 1923 e del 1924.
Oggi l’evento è anche un omaggio a suo figlio Roberto, scomparso lo scorso gennaio, grande fautore e amico dell’evento, al quale partecipano sempre con affetto i suoi eredi.
La Giornata è iniziata in piazza della Liberta con le iscrizioni delle moto partecipanti – di tutti i tipi e le epoche, dalle più anziane degli anni ’30 fino ai modelli più recenti e performanti, passando per il sempre nutrito gruppo di Vespa – e la partenza alle ore 9.00. Subito musi puntati verso San Vigilio, raggiungendo le mura, varcando Porta Sant’Agostino, attraversando Colle Aperto e ridiscendere per proseguire verso le valli bergamasche, toccando, lungo la SS 470, Ponteranica, Sorisole, Almè, Villa d’Almè, Sedrina, Zogno con transito nel centro storico, Bracca, Ambria e prima tappa a Selvino, per il rinfrancante aperitivo all’Hotel Ristorante Marcellino, calorosamente accolti dalla Europarlamentare ed Ex Olimpionica di Sci Lara Magoni.
Dopo la sosta, la viariopinta carovana di moto italiane come Moto Guzzi, Laverda, Gilera, MV Agusta, Aprilia ma anche straniere di tutti i tipi come Indian, Rudge, BSA, Triumph, Ariel, René Gillet, Norton, Honda, BMW, solo per citare le più celebri, ha ripuntato in direzione Bergamo percorrendo i leggendari tornanti della Nembro-Selvino, celebre per aver ospitato epiche tappe del Giro d’Italia e di altre competizioni e attraverso i borghi di Nembro, Alzano Lombardo, Torre Boldone.
Il rientro a Bergamo ha visto la conclusione in Città Alta al Ristorante Il Pianone.
All’evento era presente anche un altro bergamasco d’eccezione, il campione di motociclismo Edoardo Dossena, vincitore del Campionato Italiano Regolarità nel 1967 e di ben 8 medaglie d’oro alla Sei Giorni Internazionale.
Degne di menzione le ben 5 moto anteguerra partecipanti: la Moto Guzzi GT 16 del 1933 di Bruno Nava, La Renè Gillet J del 1936 di Germano Vettori, la Gilera TL 500 del 1936 di Damiano Ghenzeri, la Della Ferrera 350 Sport Lusso del 1938 di Andrea Dal Vecchio e la NSU 351 OT del 1939 di Giuseppe Villa. Partecipante più giovane Federico Leidi su Vespa 125 ET3 del 1978.
LA BERGAMO-SAN VIGILIO, DINO E ROBERTO SESTINI
Alla prima edizione della Bergamo-San Vigilio tenutasi il 12 giugno 1903, la prima gara motociclistica di Bergamo, vinse un pilota che era al tempo stesso inventore, produttore e meccanico: Dino Sestini, al quale l’evento è oggi dedicato. In sella alla Indian-Sestini 1000, si sarebbe aggiudicato anche la seconda edizione, più partecipata dell’anno prima, con corridori da tutta Italia.
Dino poi, svestiti i panni del pilota, pioniere lo sarebbe stato in tante altre cose, diventando un protagonista assoluto del tessuto sociale e culturale bergamasco, che oggi lo celebra anche e soprattutto come imprenditore e filantropo.
Quelle doti le avrebbe poi passate a suo figlio Roberto, grande amico e strenuo fautore del ritorno della Bergamo-San Vigilio, alla quale non sarebbe mancato per nulla al mondo.
Roberto, anche recordman di motonautica e grande imprenditore, filantropo, amante della nostra città e del motociclismo storico, ci ha lasciati poco più di un anno fa ma siamo sicuri veglierà sull’evento anche da lassù. Perché la “Rievocazione”, è anche un po’ sua.